venerdì 10 agosto 2007

Il futuro ci convince

Non abbiamo paura del futuro.
Siamo convinti che i cambiamenti rapidissimi e tumultuosi contengano anche delle opportunità, non solo dei problemi.E siamo convinti che queste opportunità potremo raccoglierle solo con un atteggiamento curioso, aperto, intelligente.
Noi abbiamo fiducia nel futuro.
Per questa ragione, vogliamo unire molte, tante energie nello spazio di una politica che produca la decisione.

Il Partito Democratico è uno strumento straordinario per traghettare la politica nel futuro.
Non ci interessa chiederci retoricamente dove stiamo andando ma come sperimentare forme nuove di partecipazione in grado di mettere al centro le persone, il loro valore, la loro domanda di senso.
Il Partito Democratico ha un senso se libera le energie bloccate, soprattutto quelle dei giovani, se sprigiona le idee, le speranze, le passioni perché diventino una forza che incide nei cambiamenti. Anche qui in Puglia il cambiamento deve riguardare il metodo. Il Partito democratico deve nascere da una discussione pubblica e quindi condivisa. piuttosto che dalla vecchia pratica oligarchica delle deleghe dall’alto.
Noi non vogliamo subire i cambiamenti, vogliamo cercarli, provocarli e governarli. Essere protagonisti della nostra vita e del nostro destino: questo vogliamo.

Walter Veltroni, con la sua candidatura, ha coraggiosamente lanciato la sfida di un partito che rinnovi la politica nelle forme e nei contenuti perché sia in grado di intendersi col futuro.

La Puglia può offrirsi alle altre regioni del mezzogiorno e al paese come un riferimento positivo di successo nel cambiamento, perché la Puglia dei cittadini e delle cittadine attive, dell’associazionismo, delle imprese, delle autonomie locali, ha già raccolto il guanto della sfida. Noi consideriamo il laboratorio del centrosinistra pugliese, al governo della regione e di gran parte degli enti locali, un patrimonio di valore.

Stiamo sperimentando come le riforme non siano incompatibili con la radicalità. Proprio il contrario: il carattere strutturale e profondo dei cambiamenti che stanno avvenendo esige interventi incisivi, organici, radicali appunto, non azioni approssimate e di superficie. Abbiamo verificato che nel confronto sui problemi concreti, si frantuma la rigida ripartizione tra i riformatori, che si vorrebbero moderati, e i radicali, che si vorrebbero più esigenti. Proprio il contrario: su molti temi abbiamo visto le culture invertirsi, mescolarsi, contaminarsi.
Piuttosto la linea di demarcazione spesso è un'altra: tra chi tiene fermo lo sguardo sui problemi e sulle soluzioni e chi utilizza i problemi per giocare altre partite, simboliche e di posizionamento.
Allora la parola perde densità, l’azione di governo s’indebolisce, i legami di coalizione si allentano. Insomma, la politica mette in evidenza la sua crisi.
Noi rivendichiamo il nostro patrimonio di esperienze e lo offriamo come contributo positivo alla coalizione nazionale: qui in Puglia il centrosinistra fa sintesi e decide. Il modello di riforma radicale, pur con inevitabili limiti, grande fatica e alcuni ritardi, si sta misurando concretamente con la sfida del cambiamento.

Siamo consapevoli che questo non è ancora sufficiente.Non basta produrre buone politiche pubbliche. In una società complessa ed esigente come quella pugliese la produzione, anche intelligente, di singole politiche da sola non basta. Perché si radichi il consenso diffuso e la fiducia verso una nuova esperienza politica sono decisivi due fattori.

Il primo è la visione: avere una visione, significa integrare le azioni, tutte le azioni in un disegno chiaro, organico, comunicabile.
Disegnare un orizzonte condiviso verso cui ci si muove.
Assumere il governo come il racconto della costruzione del futuro, della Puglia di domani. Un racconto che si narri, in cui ci si identifichi, verso cui si converga.
Questo comporta un supplemento di elaborazione della politica ma anche una regia strategica salda, corale, di respiro largo e di sguardo lungo capace di dare cornice ai singoli gesti amministrativi.

Il secondo è liberare le energie: è importante che i cittadini si sentano veri e pieni protagonisti non comparse del racconto.
Solo sprigionando le energie sociali diverse diffuse nel tessuto della comunità e facendole interagire, la Puglia può farcela.
L’idea di una politica che governa dall’alto, gerarchica e di
apparato è un’idea che non funziona più. Genera sfiducia, distacco.
La riforma della politica è anche innovazione del rapporto tra la politica, le istituzioni e i cittadini, sempre più autonomi, maturi e consapevoli.

Noi pensiamo che essere all’altezza delle responsabilità di governo non è facile. Non basta vincere le elezioni per riuscirci.
Nel meccanismo dell’alternanza, si può vincere. Ma, per non sprecare il favorevole ciclo aperto con la “primavera pugliese”, serve un ulteriore rinnovamento delle persone che s’impegnano nella politica.

Il Partito Democratico è anche un’ottima occasione per rinnovare e qualificare la classe dirigente.
Occorrono persone che già profumano di futuro, con un’adeguata e aderente idea di mondo, una coscienza morale di spessore, una solida competenza tecnica e un desiderio irrefrenabile di misurarsi con il domani.
Occorre una buona politica, senza steccati ideologici, che declini fantasia e innovazione, capace di provocare, muovere le coscienze, fare sognare.

Il Partito Democratico parte dalle primarie proprio per allargare le modalità di selezione di una nuova classe dirigente a tutta la società.Noi vogliamo che anche qui in Puglia questo allargamento sia reale e non virtuale.
Dobbiamo evitare che il profilo del nuovo partito nasca già vecchio: segnato dalla contrapposizione e dalla gestione. Il partito dello scontro e del potere piuttosto che della responsabilità e dello slancio fresco, creativo. Il Partito Democratico deve darsi qui la missione ambiziosa di dilatare la stagione della “primavera pugliese”, ponendo le condizioni per un robusto radicamento delle culture riformatrici nel tessuto del territorio.

Per queste ragioni pensiamo indispensabile rendere il nostro cammino più sollecito e più agile.
In tal senso, suggeriamo un’agenda di lavoro e priorità, in cui gli obiettivi abbiano un nome.

• La politica della democrazia partecipata
Dobbiamo immaginare un governo comunicativo, dialogante, un governo “insieme”, di rete e di sistema, con gli enti locali, le organizzazioni sociali, i cittadini attivi. Le recenti sperimentazioni sui percorsi partecipativi, che hanno reso la Puglia laboratorio nazionale, non possono restare un’eccezione ma devono innovare il rapporto tra istituzione e cittadini fino a divenire la forma indispensabile, necessaria per rendere più efficaci le politiche pubbliche. Questo significa permeare la politica e l’azione di governo di una coerente cultura della comunicazione e della concertazione. Questo significa innanzi tutto superare da parte della politica le manifestazioni di fastidio verso il metodo della decisione condivisa, della democrazia deliberativa: i cittadini sono maturi, adulti.

• La politica dei cicli
Il ciclo è vita. Pensiamo occorra passare dalle politiche dell’emergenza alla politica dei cicli. Dall’acqua ai rifiuti fino all’energia. La prospettiva va, infatti, cambiata considerando i problemi del territorio non più emergenze ma vere sfide per il futuro di una Puglia fragile, dissestata e povera di acqua. La nostra terra è questa.Bisogna riproporsi una strategia riformatrice audace che, sulla base di una visione chiara, moderna ed eco-sostenibile, agisca per ricomporre le competenze frammentate, per ottimizzare la selva degli enti, per produrre rapidamente un cambio di cultura dei cittadini fondata sulla responsabilità e sul senso del limite.

• La politica della salute
Non basta curare la malattia, occorre promuovere la salute. Non abbiamo ancora fatto una politica di “centrosinistra” investendo sulla promozione della salute, sul territorio e sulla medicina preventiva. Abbiamo approvato leggi importanti, ma si fatica ad attuarle. Abbiamo redatto un innovativo “Piano della Salute” che ci consente di segnare la svolta, ma ancora la “sanità” è assorbita da troppa gestione e poco disegno strategico. Lo scarto che ci permette di intervenire nei luoghi e negli spazi e nei modi in cui si aiutano le persone a prevenire, vivere e superare la malattia è ancora enorme. Occorre un impulso forte, chiaro, deciso, una volontà riformatrice audace.Consentire ancora a lungo questo scarto non è giusto, non è etico.

• La politica del welfare generativo
Non basta più intensificare la rete dei servizi verso le fragilità sociali e redistribuire le risorse, perché questo modello non è sufficiente a colmare il vuoto e non scalfisce una società divaricata da profonde lacerazioni sociali, da vecchie e nuove esclusioni e solitudini. Occorre, per non perdere la partita con il futuro, immaginare una nuova strategia di azione che sia anche in grado di attivare le persone, di moltiplicare le energie solidali, di estendere la rete di cura e di solidarietà.Il vecchio welfare, con le sole istituzioni al centro, non regge più. E’ tempo che un nuovo modello di welfare generativo venga sperimentato.

• La politica del fare innovativo
Non basta una politica tuttofare, occorre una politica che regoli la capacità di fare. Sta partendo il nuovo ciclo, l’ultimo, di programmazione strategica che ricopre il periodo 2007-2013. Replicare le precedenti edizioni con una partenza lenta, farraginosa, burocratica sarebbe un errore imperdonabile. Al contrario, è un’occasione irripetibile per sconvolgere la Puglia con un trauma del fare, che liberi le energie di intrapresa, la voglia di scommettersi, di investire in ricerca e innovazione, in idee e creatività. I giovani possono fare la vera differenza, possono dare alla Puglia il valore aggiunto in termini di conoscenza ed energia di cui abbiamo bisogno per compiere lo scatto.

• La politica dei server
Aggredire il nodo delle pubbliche amministrazioni locali. Della loro qualità ma anche dell’architettura delle loro relazioni. Immaginare amministrazioni locali non solo più efficienti ma anche come nodi intelligenti, come server, di una rete distribuita a servizio dei cittadini e dei processi di sviluppo del territorio. Una rete agile che reagisca continuamente alle sollecitazioni del contesto. Una rete che veda nella regione non un ente chiuso e inaccessibile ma una comunità open source, in cui basta avere un’idea per entrare. Una rete di autonomie locali, una rete che connetta e stimoli le molteplici reti di rappresentanza sociale.

• La politica della bellezza
Dobbiamo recuperare un rapporto positivo con la risorsa produttiva principale della nostra terra che è la bellezza. Abbiamo fermato l’aggressione alle porzioni più pregiate del nostro territorio, dai parchi alle coste, introducendo un rigoroso sistema di vincoli di tutela e di salvaguardia, è ora il momento di rilanciare in positivo, investendo in riqualificazioni e valorizzazioni del paesaggio, dell’immenso giacimento di beni naturali, culturali, architettonici, storici. La Puglia deve scegliere di fare della bellezza e della qualità il suo principale fattore produttivo, non solo il suo prevalente elemento d’identità.

• La politica della sapienza
La Puglia è in realtà le Puglie. Una regione plurale, di culture, saperi, identità locali che non si sono liquefatte nella modernità. Molte realtà locali stanno compiendo un cammino coraggioso e innovativo per rielaborare la propria diversità, senza smarrirla e senza nemmeno imbalsamarla. C’è una saggezza antica in tutto questo, . Una politica della saggezza si ripropone di proteggere i comuni, specie i piccoli, di stimolare l’emersione delle tipicità, la ricerca culturale, la circolazione delle esperienze, la tutela dei simboli come fattori di una economia e di uno sviluppo centrati sulla propria specifica vocazione.

• La politica della convivialità
Siamo una terra di incontri. Un crocevia di culture. Una regione di attraversamenti. Mettere a valore il nostro genius loci meridiano significa moltiplicare non solo i luoghi ma anche i simboli del dialogo, dell’incontro, della relazione positiva e nonviolenta con l’altro. Significa accentuare la vocazione di pace come strategica missione per il futuro, investendo in progetti di respiro lungo che caratterizzino l’azione di governo.I

l futuro della politica chiede persone convinte.

Convincere è un processo più lungo, più lento, più radicale: ma coinvolge, rende protagonisti, crea partecipazione quindi genera legami solidali.Incide radicalmente nelle storie delle persone al punto che le persone incidono radicalmente nella Storia di un luogo e di un tempo.

A noi piace pensare il Partito Democratico come luogo di persone convinte.

Guglielmo Minervini

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello il manifesto, affermare di condividerlo mi sembra fin troppo banale. Io nel Paritito Democratico ci sarò con questo spirito e con la convinzione di partecipare a qualcosa di straordinario. Mi auguro che il futuro coordinatore Pugliese abbia la sensibilità di far proprio il Manifesto di Minervini.

Anonimo ha detto...

La costruzione del Partito Democratico in Puglia è fin qui caratterizzata da un intenso dibattito che ruota, quasi esclusivamente, sui candidati e praticamente inesistente quello sui programmi. Ciò contraddice lo spirito della sfida lanciata da Walter Veltroni che ha accettato la candidatura non solo per dirigerlo, ma per contribuire alla costruzione del partito nuovo e rinnovare la politica preservandola dalle vecchie pratiche oligarchiche. Purtroppo sembra che in Puglia la preoccupazione di Pierluigi Bersani stia trovando conferma quando affermava che “Riterrei inammissibile che la scelta del comitato dei 45 sulla selezione dei candidati regionali avvenga in modo diverso da quella del leader nazionale. Noi non possiamo avere un leader del P.D. votato direttamente dagli elettori a Roma, e tanti leader scelti da D.S. e Margherita sul territorio. Sarebbe la fine.” Ecco perché la candidatura a segretario regionale del futuro Partito Democratico di Michele Emiliano, Sindaco di Bari, e il precipitoso passo indietro del Segretario Regionale dei D.S., Michele Mazzarano, non mi convincono. Ciò che si vorrebbe fosse letto come il sopravvento della “società civile” sugli apparati dei partiti, paradossalmente (non a caso) è vissuto esattamente al contrario. Naturalmente il giudizio su Michele Emiliano è positivo, ma temo che il percorso individuato si inserisca nella vecchia logica che non allontana il sospetto della fusione a freddo tra i due partiti, Democratici di Sinistra e Margherita, o peggio dello scontro tutto interno alla Margherita. E’ facile aspettarsi poi che, a cascata, questa deleteria pratica si replichi a livello locale. Purtroppo i primi segnali vanno in tale direzione. Tutto questo depotenzia la capacità attrattiva del nuovo partito soprattutto nei confronti dei giovani e non accorcia la distanza tra politica e società.



Temo che in Puglia stia avvenendo questo.



Ma sono convinto che siamo ancora in tempo ad evitare un danno ad una Regione (laboratorio del centrosinistra) che ha “inventato” le primarie, la “primavera pugliese” che ha saputo mettere assieme passione e politica. Che ha tra i positivi punti di riferimento il buon governo delle autonomie locali, che ha saputo stimolare la società civile senza scadere nel qualunquismo antipartitico. Ci sono insomma le condizioni per inserire, nel percorso di costruzione del P.D., quegli elementi necessari per spostare il dibattito sui programmi, liberare tutte le energie fresche presenti sui territori, fare tesoro delle ricche esperienze di tante amministrazioni locali, del diffuso tessuto del volontariato senza criminalizzare chi nei partiti lavora in silenzio con dedizione e generosità.



Uno degli strumenti più efficaci a questo scopo lo sta fornendo Guglielmo Minervini con il suo “Manifesto per la Puglia” con il chiaro intento di rivolgersi a tutti i pugliesi che, indipendentemente dall’appartenenza politica, possano dare il loro contributo fondamentale al rinnovamento della politica cimentandosi sulle proposte programmatiche. Un Manifesto che guarda con fiducia al futuro e, partendo dalla esperienza positiva di governo del centrosinistra a livello regionale, provinciale e in tantissimi Comuni, si pone come obiettivo quello di fornire un chiaro contributo ad “una discussione pubblica e quindi condivisa piuttosto che dalla vecchia pratica oligarchica delle deleghe dall’alto”. E, nell’attuale momento in Puglia, c’è bisogno proprio di questo. La costruzione del Partito Democratico deve essere una formidabile occasione di coinvolgimento per promuovere la massima partecipazione dei pugliesi e farli sentire i veri protagonisti di una stagione di cambiamento, di rinnovamento della politica e del rilancio dell’azione di governo.

Per questo aderisco al “Manifesto per la Puglia” di Guglielmo Minervini.

Francesco Donatelli
Vicesindaco di Grottaglie

Anonimo ha detto...

Salve, sono Giovanni Poli, lavoro a Tecnopolis e penso liberamente.
Vorrei manifestare la mia piena adesione al manifesto "Up patriots to
arms" di Guglielmo Minervini per la Puglia.
Mi pare tutto un po'
utopico, tuttavia Guglielmo mi ha insegnato che è necessario partire da
grandi idee, e quelle che ci paiono irraggiungibili prospettive, con il
tempo, e la perseveranza, e l'impegno quotidiano e la certezza
dell'agire per un bene comune e l'incrociare gli sguardi per attingere
a nuove forze alla fine diventano tangibili méte.
Avanti tutta.
Giovanni

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente.
Mi metto a disposizione per qualsiasi necessità ed inziativa.
D. Guido

Anonimo ha detto...

Grazie per avermi coinvolto: non vivo in Puglia, vivo in Sardegna, due regioni che condividono attualmente un'esperienza innovativa (per quello che conosco io della Puglia, mi pare di sì) sul piano del cambiamento del fare politica e amministrazione; ho partecipato attivamente nei mesi scorsi al processo di avvio del PD, me ne sono allontanata nell'ultimo periodo perchè aver messo in ballo l'elezione anche dei leader regionali ha creato una distorsione del dibattito che mi ha un pò scoraggiato..
Questo messaggio di Minervini trovato al ritorno di una riflessiva vacanza mi restituisce entusiasmo.
Come mi danno sempre gioia e voglia di andare avanti le parole degli artisti, quelli veri, quando non pontificano su Veltroni o Bindi ma parlano di sè, ossia della loro arte.
Su Repubblica di lunedi 27 agosto Toni Servillo parla di teatro e dice cose che hanno toccato anche le mie "corde politiche" : - Nel teatro lo spettacolo cresce con il pubblico, per me è una forma di pensiero condiviso intorno a un testo. Il teatro non conosce la massa degli spettatori, ma parla ad uno ad uno di loro. Dobbiamo illuderci di pensare insieme, altrimenti si va nel caos-.
Cerchiamo di non illuderci soltanto.

A tuti voi/noi..buona avventura.

elena tropeano

Anonimo ha detto...

Aderisco con convinzione al manifesto per la puglia, è l'unico momento, luogo ed occasione che riempie di contenuti il nascente partito democratico in puglia. A questo punto credi che l'assessore Minervini farebbe meglio a candidarsi alla segreteria regionale per poter meglio sostenere ed attuare quanto affermato nel manifesto.
I migliori auguri di far bene ed un cordiale saluto.
Cosimo Bottalico (libero professionista)

Anonimo ha detto...

Aderisco al “Manifesto per la Puglia” e ritengo importante la frase:
Il Partito Democratico è anche un’ottima occasione per rinnovare e qualificare la classe dirigente.
Non più un gioco di “poltrone”, ma un impegno reale proiettato verso il futuro.
Aldo Cavallini
Biologo impegnato anche nel sociale (volontariato).

Anonimo ha detto...

visitatemi
www.nicoladecesare.it

Anonimo ha detto...

Per quanto indicato nel Manifesto per la serietà professionale dimostrata da Guglielmo Minervini, intendendo la politica L'Organizzazione della Speranza (Don Tonino), soprattutto per le fasce deboli: sono onorato di sostenere la candidatura del Prof. Minervini a Coord. Regionale del PD.

Auguri.

Antonio Nestola

Anonimo ha detto...

Mi piace molto il manifesto di Guglielmo Minervini. Condivido pienamente la necessità che i cittadini si sentano protagonisti e sono certa che la politica ha bisogno del coinvolgimento dei cittadini. La politica deve essere sempre una risposta ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini. E' però necessario che questa risposta sia formulata avendo una visione di insieme ed un progetto chiaro. Gli interventi improvvisati hanno prodotto danni gravissimi, soprattutto in Puglia. Abbiamo bisogno di un progetto valido e di una persona capace che si impegni con coerenza e determinazione nella sua realizzazione. Questo è quello che trovo nel manifesto per la Puglia ed in Guglielmo Minervini ed è per questo che aderisco al Manifesto "Il futuro ci convince".

Paola Fini
ricercatrice
volontariato/associazionismo

Pinuccio Paolillo ha detto...

Aderiamo all’appello dei “Riformatori per l’Ulivo” a sostegno della candidatura di Guglielmo Minervini alla segreteria regionale del nascente P.D. in virtù di una più larga convergenza sul suo nominativo, che possa essere il punto di più avanzato equilibrio tra società civile e partiti.

Reginaldo Seccia - CC Barletta
Gianni Quinto – CC Canosa
Pinuccio Paolillo – Esecutivo provinciale Margherita
Ruggiero Rizzi – Presidente Circoscrizione Settefrati Barletta
Cosimo Giuncato - Margherita, Canosa di Puglia
Aldo Roselli - Margherita, Canosa di Puglia
Antonio di Lernia – Esecutivo cittadino Margherita, Barletta
Francesco Caputo - Coordinamento cittadino della Margherita, Barletta
Antonio Colasuonno - Coordinamento cittadino della Margherita, Barletta
Leonardo Santo – Segretario aziendale Cisl Medici ASL, Barletta
Michele Gorgoglione – Dirigente sanitario

Anonimo ha detto...

Caro Guglielmo,
condivido pienamente i contenuti del Manifesto.
Mi permetto di sottoporti soltanto alcune integrazioni che a mio avviso potrebbero essere necessarie.

Giovani= 1) andrebbe approfondita, per raffozare il concetto che possono rappresentare il "valoreaggiunto" per compiere lo scatto, .... la necessità di creare occasioni di impiego costruttivo del tempo libero, di realizzazione di attività sportive(ormai quasi tutte in mano ai privati), culturali: anche soltanto occasioni di "incontro reale" e non solo virtuale quale quelli offerti da INTERNET o dalle DISCOTECHE.
2) andrebbero ipotizzati percorsi di educazione alla legalità, giustizia, ecc. i nostri ragazzi vivono immersi nella cultura del bullismo, delle raccomandazioni, ecc.
Lavoro, imprenditoria accesso al credito = andrebbe fatta una riflessione/proposta anche in queste aree sulle quali state facendo tanto con Bollenti Spiriti, ma forse andrebbe rafforzata come volontà progettuale del nuovo partito.
Ti saluto fraternamente.
Buon lavoro
Mario